“Per la coltivazione di canapa in Italia noi produttori dobbiamo attenerci ad una tabella ministeriale dove sono indicate le varietà consentite dalla legge”
L’Italia nel secondo dopoguerra era una dei maggiori Paesi, a livello mondiale, nella lavorazione della Canapa.
Sono innumerevoli le testimonianze che arrivano dalla storia fino al momento in cui, per scelte strategiche ed economiche, questa pianta è stata messa da parte.
Da qualche anno però la Canapa è tornata sul mercato italiano, negli USA e in Canada sono stati sviluppati modelli di legalizzazione ormai da anni, alcuni paesi europei come la Germania stanno studiando come legalizzare la cannabis, un comparto che genera economia ed occupazione.

Oggi lavorare la Canapa significa occuparsi di un mondo molto variegato, che va dall’agricoltura alla farmacia, al tessile fino a sofisticate aziende che estraggono molecole, come il CBD, per finalità terapeutiche.
In Italia le prime testimonianze sull’utilizzo della Canapa le abbiamo nel lago di Albano, in provincia di Roma, 11.500 a.C.; vari studi archeologici hanno permesso di riscontrare i pollini di canapa in tre siti del Neolitico Medio (4500-4000 a.C.) dell’Emilia-Romagna.
La canapa è una pianta versatile dagli innumerevoli utilizzi, in Italia la lavorazione della canapa era una vera e propria tradizione durante il periodo delle repubbliche marinare.
Le tele, i vestiti, le corde per le navi realizzate con canapa italiana erano ritenute di pregiata qualità.
Oggi focalizziamo la nostra attenzione sulla cosiddetta cannabis light incontrando un giovane imprenditore abruzzese, Gianluca Peluso, titolare dell’azienda Jerva.

Jerva nasce nel 2018 e produce varietà di Cannabis sativa legale con alto contenuto di CBD e senza alcun additivo aggiunto.
Parliamo di coltivazioni outdoor, realizzate senza adottare metodi intensivi e l’utilizzo di additivi chimici, così da mantenere intatte le numerose proprietà della pianta.
Abbiamo incontrato Gianluca, curiosi di conoscere il suo progetto, nell’intervista che leggete qui di seguito.
Come nasce il tuo progetto?
Sempre stato affascinato dal settore, insieme ad un amico abbiamo deciso di coltivare canapa travolti dall’entusiasmo della nuova legge 242 che dal dicembre 2016 era entrata in vigore. Abbiamo cominciato ad andare in giro per fiere ed aziende agricole sparse un po’ qua e là per cercare di capire come muovere i primi passi. A maggio del 2018 abbiamo avviato il nostro primo campo.

A cosa si ispira il termine ‘Jerva’?
Per gli Abruzzesi forse è un termine piuttosto familiare perché è la trasposizione dialettale del termine ERBA.
Quando nasce la tua passione per la Canapa?
Come spesso accade ci si avvicina a questa pianta sin da giovani attratti da quella iconica foglia verde ricca di fascino e leggende.
Come hai sviluppato le tue tecniche di coltivazione?
Chiedendo ad altri coltivatori, leggendo libri, articoli e ogni cosa potesse essermi utile ma il miglior modo è quello di provare, sperimentare e non aver paura di compromettere una pianta con scelte azzardate. Bisogna avere pazienza per veder arrivare qualche risultato.

Ci sono pregiudizi, secondo te, per un lavoro di questo genere su un territorio di provincia? Possiamo fare un esempio?
Credo che oggi ce ne siano ancora parecchi ma sicuramente molti meno rispetto a qualche anno fa. Non è ancora del tutto sdoganata come pianta perché per troppi anni è stata demonizzata e considerata una pericolosissima droga. Per fare questo lavoro credo sia importante avere una buona reputazione, difficilmente ti scambiano per uno spacciatore se fai le cose fatte per bene. Nei piccoli centri le forze dell’ordine sanno chi sei e cosa fai quindi la tua credibilità è proporzionata alla tua storia personale. Ovviamente vale anche per la cosiddetta opinione pubblica.
Come si chiamano le tue varietà?
Per la coltivazione di canapa in Italia noi produttori dobbiamo attenerci ad una tabella ministeriale dove sono indicate le varietà consentite dalla legge. I nomi che spesso vedi in giro sulle bustine rimandano a blasonate varietà di marjuana tipiche Olandesi o Californiane ma qui da noi bisogna attenersi alla tabella. Quindi puoi trovare scritto CANNATONIC, SKUNK, GORILLA ecc ma si tratta sempre di prodotti con livelli di thc nella norma. Ad esempio le varietà JERVA del raccolto 2021 si chiamano TATANKA, BLUEBERRY, CBD TERRA ITALIA.

Qual è il tuo profilo di cliente?
L’erba light è un prodotto amato soprattutto da un utenza adulta, ambo i sessi a cui non interessa lo sballo ma solo il relax post giornata stressante. Potendo essere assunta anche in forma orale e non necessariamente fumandola la platea si allarga ulteriormente anche tra persone anziane con qualche lieve patologia.
Caratteristiche dei tuoi fiori?
All’aspetto il fiore o cima risulta molto compatto, profumato e resinoso, ovviamente i livelli di thc sono al di sotto dello 0,6 e il CBD ha una percentuale variabile da 8 a 15.
Consiglieresti ad altri di avviare un simile progetto agricolo?
Come ogni attività può andare benissimo o essere disastrosa, bisogna sempre fare le cose con il massimo impegno e cognizione di causa. In questo settore purtroppo, non essendoci una legge chiarissima, io non me la sento di consigliarlo come investimento. Da molti è definito l’oro verde ma, salvo rari casi, conosco un sacco di gente che si è fatta economicamente molto male in questo ambito.
La cosa più bella di questo lavoro?
Stare nel campo, veder crescere le piantine giorno dopo giorno. È una pianta che per quanto mi riguarda ha proprio un fascino atavico.

La maggiore soddisfazione che hai ottenuto?
Una persona in particolare mi dice sempre che ogni volta che assume CBD la notte fa dei sogni incredibili e la mattina al risveglio se li ricorda benissimo, cosa che non gli capitava mai. Un’altra soddisfazione è che il mio prodotto viene consigliato da un medico ai suoi pazienti. Contribuire ad alleviare le sofferenze delle persone è una bella sensazione.
Progetti stagione 2022?
Nuove genetiche, nuovi contatti, nuovi amici e collaboratori, il settore è in continuo mutamento, nel bene e nel male. Non sappiamo mai cosa ci aspetterà tra qualche mese, nuove normative nuove prese di posizioni politiche. Jerva c’è… Si resiste!!!!!
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